Ero impiegato da diversi anni in uno studio legale, dove avevo acquisito esperienza nella gestione di pratiche assicurative e risarcitorie in genere. Avevo imparato a muovermi con disinvoltura tra periti, liquidatori, fiduciari medici delle varie compagnie assicurative. Ed ero soddisfatto del mio lavoro.
Un bel giorno, però, mi capitò tra le mani una pratica diversa dal solito. Si trattava di una pratica di risarcimento per un bambino nato cerebroleso, a causa di un ingiustificato ritardo in fase di parto. Un gravissimo errore dei sanitari che, pur potendo e dovendo intervenire avendo riscontrato una grave sofferenza del feto, solo perché erano le tre di notte e un intervento avrebbe significato “scomodare” i medici reperibili, avevano preferito aspettare la mattina successiva.
Gran parte del cervello di quel bambino morì per mancanza di ossigeno.
A causa di quel ritardo, quel bambino fu destinato ad una vita su una sedia a rotelle, senza poter parlare, muoversi, mangiare, camminare come tutti gli altri bambini. Una tragedia per lui e per tutta la sua famiglia.
Leggere la relazione del medico-legale nominato dal Giudice, la storia di quali e quanti tentativi furono fatti dai genitori per cercare di ridare dignità a quella vita, il racconto di quella mamma che divideva con quel bimbo la sofferenza del vivere quotidiano, fu un’esperienza che mi ha segnato.
Da quel giorno, tante e sempre più le questioni di malasanità che passarono sotto le mie mani.
E quasi tutte con un comune denominatore: famiglie che non avevano la possibilità di pagarsi medici legali, di anticipare ingenti spese, di trovare specialisti disposti a valutare la professionalità dei propri colleghi.
Fu così che nacque l’idea di un’agenzia che, convenzionata con una rete di medici legali, specialisti, avvocati, gestisse pratiche risarcitorie per danni causati da malasanità.
Da quel giorno, tante le manifestazioni di consenso che ho ricevuto. Tanta la gente che si è rivolta e si rivolge alla mia agenzia.
Sono consapevole che nessuno potrà mai restituire a quelle persone ciò che è stato loro tolto, ma mi consola sapere che la mia iniziativa potrà contribuire a ridare loro almeno un sorriso.
Vincenzo Ferrara